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SERVIZI ECOSISTEMICI
Accrescere l’efficienza d’uso delle risorse per le colture attraverso la diversificazione delle pratiche agro-zootecniche
A cura di Marzia Ranaldo
I NVERSION pone il benessere animale tra i suoi principali obiettivi.Gli allevatori e i tecnici condividono una visione di profondo rispetto degli animali e la disponibilità a dedicare tempo e risorse in modo che le esigenze degli animali siano soddisfatte.
La gestione “felice” degli animali crea benessere per l’allevatore e gli operatori, crea modalità di lavoro con contenuti emotivi gradevoli.
Con la parola biodiversità si vuole indicare la diversità a livello genetico, di specie e di habitat. Questa diversità alimenta e sostiene le funzioni dei vari ecosistemi. Per agrobiodiversità si intende la diversità degli elementi che fanno parte del sistema agricolo. In particolare, l’agrobiodiversità a livello genetico comprende la varietà di patrimonio genetico delle varie culture. Basti pensare alla diversità delle cultivar locali di mais, legumi o specie ortive. Con biodiversità di specie si intende la presenza nell’agroecosistema di più specie vegetali all’interno della rotazione culturale, che possono essere coltivate in successione o in consociazione.
La biodiversità non riguarda soltanto le specie coltivate, ma anche quelle spontanee, ad esempio le specie dei prati montani o le infestanti. All’interno della agrobiodiversità a livello di specie si considerano anche le specie animali, sia quelle allevate che quelle selvatiche, come ad esempio gli insetti, i macro e micro-organismi del suolo, uccelli e mammiferi che abitano gli ecosistemi agricoli e ne influenzano il funzionamento. La biodiversità di habitat riguarda la presenza all’interno dell’agroecosistema di habitat diversificati. All’interno della stessa azienda possono essere presenti i campi coltivati con colture annuali, prati e colture perenni ed anche habitat semi-naturali come: margini dei campi con vegetazione spontanea, siepi, piccoli laghi o torrenti, boschi.
L’agrobiodiversità è fondamentale per il funzionamento dei sistemi agricoli. Basti pensare al ruolo della biodiversità dei microrganismi del suolo: è grazie alla presenza di diversi microrganismi, ognuno in grado di svolgere una specifica funzione che è possibile la mineralizzazione dei residui colturali e della sostanza organica. Così vengono resi disponibili i nutrienti per le colture in successione. Se non ci fosse biodiversità non verrebbero portati avanti processi di degradazione fondamentali e tutta la ciclizzazione dei nutrienti sarebbe compromessa.
È facile dedurre che gli ecosistemi, e così anche gli agroecosistemi, forniscono dei servizi alla popolazione. I servizi ecosistemici sono infatti quei benefici forniti dagli ecosistemi agli esseri umani. Molti di questi servizi sono forniti proprio dalla biodiversità. Un esempio è quello sopracitato riguardo ai microrganismi del suolo, ma la biodiversità provvede anche al servizio di impollinazione, al sequestro del carbonio, senza dimenticarci della produttività in termini di biomassa e rese delle colture. La biodiversità garantisce la resilienza degli agroecosistemi.
La resilienza è la capacità di riprendere e mantenere, a seguito di un disturbo esterno, la funzionalità del sistema. Grazie ad un’elevata presenza di biodiversità sarà possibile resistere ed adattarsi al cambiamento climatico, ad eventi climatici estremi, ma anche a variazioni impreviste dei mercati.
La diversificazione costituisce un’assicurazione contro l’effetto negativo di eventi esterni imprevedibili. Attraverso la diversità è possibile rendere il sistema agricolo resiliente: ad esempio, coltivando un mix di diverse varietà, alcune più resistenti al freddo, altre alla siccità o ai patogeni, si può sfruttare la biodiversità genetica per assicurare buone produzioni anche in caso di condizioni avverse. Si può sfruttare la diversità genetica anche in campo zootecnico, scegliendo razze autoctone e rustiche che riescono a sfruttare al meglio le risorse del territorio.
Imparando a gestire l’agrobiodiversità non solo si può avere una maggiore resilienza, ma si può migliorare l’efficienza delle funzioni, ovvero dei servizi, che l’agroecosistema offre all’imprenditore agricolo e alla collettività: la produzione, la riduzione dei gas serra e dell’inquinamento idrico, la ciclizzazione di nutrienti e non da ultimo la funzione culturale, estetica e sociale del sistema agricolo.
Utilizzo dell’agrobiodiversità funzionale per il miglioramento dei prati e dei pascoli
Le varie specie vegetali che possono essere scelte per la costituzione di un prato o che possono far parte della comunità floristica di un prato hanno specifiche caratteristiche, che determinano specifiche funzioni. Queste caratteristiche vengono definite “tratti funzionali“. Ad esempio, le specie leguminose sono ricche di azoto, le specie graminacee hanno un elevato valore pabulare, alcune composite possono contenere composti nutraceutici.
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Diversificazione delle rotazioni e delle lavorazioni del terreno
L’efficienza dei sistemi agricoli può essere implementata grazie alla diversificazione spazio-temporale dell’avvicendamento colturale. La pratica della monocoltura comporta una serie di operazioni colturali che favoriscono la selezione di alcune tipologie di infestanti che sono in grado di adattarsi sempre meglio alle condizioni di campo. Allo stesso modo vengono create le condizioni favorevoli a specifici insetti o patologie legate alla coltura in monosuccessione.
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Strategie di lotta integrata verso infestanti e parassiti (IWM, IPM)
L’adozione di un set di pratiche differenziate atte a controllare la presenza di infestanti e di fitofagi fa parte delle strategie di lotta integrata (per le infestanti Integrated Weed Management, IWM e per i fitofagi Integrated Pest Management, IPM). Alcune pratiche, tra cui la diversificazione del ciclo colturale e delle lavorazioni, sono state descritte nella pratica precedente.
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Regolazione naturale dei parassiti
La regolazione naturale dei fitofagi e dei parassiti degli animali domestici viene effettuata mettendo in atto pratiche che favoriscano la presenza di insetti e altri organismi antagonisti (parassiti, parassitoidi) oppure che contribuiscano a rendere l’ambiente poco ospitale per gli stessi. La presenza di insetti utili è supportata dalla presenza di aree semi-naturali opportunamente gestite all’interno dell’azienda.
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Gestione controllata delle fertilizzazioni, organiche e non
La fertilizzazione, in particolare quella azotata, è uno strumento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di produzione. Dall’altro lato costituisce un costo economico per l’agricoltore ed un costo per la società. Le fertilizzazioni azotate hanno un impatto negativo sulla qualità delle acque e di conseguenza sulla salute umana. Inoltre, sono responsabili di gran parte delle emissioni di gas serra che provengono dall’agricoltura. A causa dei costi e dei pericoli derivanti dall’uso dei fertilizzanti, sia organici (specialmente i liquami) che di sintesi, è necessaria una gestione oculata ed attenta della fertilizzazione.
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