Accrescere l’efficienza d’uso delle risorse per le colture attraverso la diversificazione delle pratiche agro-zootecniche

Gestione controllata delle fertilizzazioni, organiche e non

La fertilizzazione, in particolare quella azotata, è uno strumento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di produzione. Dall’altro lato costituisce un costo economico per l’agricoltore ed un costo per la società. Le fertilizzazioni azotate hanno un impatto negativo sulla qualità delle acque e di conseguenza sulla salute umana. Inoltre, sono responsabili di gran parte delle emissioni di gas serra che provengono dall’agricoltura. A causa dei costi e dei pericoli derivanti dall’uso dei fertilizzanti, sia organici (specialmente i liquami) che di sintesi, è necessaria una gestione oculata ed attenta della fertilizzazione.

Attraverso il progetto INVERSION si intraprende, agricoltori ed esperti congiuntamente, un percorso di riduzione degli apporti di fertilizzanti, in particolare di quelli di sintesi. Parallelamente alla riduzione dell’uso dei fertilizzanti, si ricercano strategie per valorizzare letame e liquami provenienti dall’allevamento. La prima tappa del percorso consiste nello svincolarsi dalle consuetudini e capire quali sono gli effettivi bisogni azotati della coltura e cercare di quantificare l’azoto che viene fornito. Si tratta di effettuare un bilancio dell’azoto per le coltivazioni presenti in azienda. Data l’elevata e continuativa somministrazione di liquami che si effettua nei sistemi zootecnici del territorio, l’aggiunta di fertilizzanti di sintesi può spesso rivelarsi un surplus che non si traduce in aumenti di reddito significativi.

La gestione oculata dei liquami prevede anche lo studio, assieme agli agricoltori che partecipano al progetto, di metodi di spandimento che limitino l’emissione di gas serra. La volatilizzazione dell’azoto costituisce una perdita di nutrienti preziosi e allo stesso tempo comporta effetti deleteri sull’ambiente. Lo spandimento di liquami con botti spandi liquami tradizionali è da evitare e andrebbe sostituito con sistemi di spandimento dotati di iniettori che immettono direttamente nel terreno i liquami. Grazie a questi sistemi innovativi il liquame è lasciato il meno possibile a contatto con l’aria: la quantità di azoto volatilizzato diminuisce drasticamente e allo stesso tempo si opera una concimazione omogenea e localizzata.

Operazioni come la strigliatura consentono di spargere le feci animali smuovendo il terreno e quindi una più veloce attivazione dei processi di riciclo e di formazione di humus. La strigliatura è un’operazione colturale che si esegue nei pascoli in primavera, quando le specie graminacee riprendono il loro sviluppo e prima che avvenga l’accestimento. L’operazione viene eseguita con degli erpici dotati di denti dritti o leggermente reclinati all’apice, semi-flessibili. Questi macchinari vengono detti, appunto, erpici strigliatori. La macchina lavora come una “spazzola”, eseguendo l’azione di:

– eliminare le erbe indesiderate che emergono in primavera;

– spargere cumuli di terra o le deiezioni degli animali al pascolo;

– interrare il concime eventualmente distribuito;

– favorire la mineralizzazione della sostanza organica apportata tramite le deiezioni e l’assorbimento di nutrienti (provenienti dalle deiezioni o dai concimi distribuiti) da parte delle piante.

– pareggiare il terreno;

– qualora eseguita ad una profondità di lavorazione maggiore e con organi rigidi, più invasivi, la strigliatura permette di arieggiare il terreno in superficie.

Una strigliatura più “aggressiva” può essere eseguita per preparare il prato ad una trasemina. In questo modo il prato viene superficialmente arieggiato e si crea lo spazio per l’emergenza elle nuove specie tra seminate.

Si cerca, assieme agli allevatori, di definire strategie di medio periodo per il miglioramento della qualità dei fertilizzanti organici, passando dalla produzione di liquami alla produzione di letame. Quest’ultimo infatti costituisce un ottimo concime ed ha un rapporto C/N più bilanciato rispetto al liquame. Ciò consente una mineralizzazione migliore dell’azoto, con minori perdite per volatilizzazione o lisciviazione. L’apporto di sostanza organica è inoltre maggiore rispetto al liquame; il letame contribuisce a migliorare le condizioni di fertilità del terreno.

La transizione dai liquami verso il letame comporta variazioni nella gestione della stalla. L’adozione della lettiera permanente, che consente di ottenere un ottimo letame maturo, detto compost, può fornire un maggiore benessere animale rispetto alla gestione convenzionale e una naturale sanificazione dai patogeni degli animali.

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