- Progetto INVERSION -

GIORNATA DEL PAESAGGIO. Quarta tappa: la torbiera di Fiavé – di CARLA DE BENEDICTIS

By novembre 20, 2018 No Comments

L’ultima tappa è stata la più lunga, fatta di sentieri, strada statale e campi. La gente non ha smesso di riflettere e interrogarsi su come pratiche così virtuose siano state nel tempo sostituite con una agricoltura che ha portato anche molti danni all’ambiente. Dato che nella terra trentina le risorse ci sono, vanno valorizzate a vantaggio di tutti. Perché non si fa?

AZIENDA AGRICOLA CARGOS

Quasi nei pressi dell’azienda Cargos si passa ai margini della torbiera, dove sono stati ritrovati siti archeologici di insediamenti di palafitte, i cui reperti sono conservati nel bel museo di Fiavè. E’ stato come percorrere un viaggio di millenni: antichi insediamenti, la pratica della transumanza, le coltivazioni, i prodotti a base di latte, la pratica del camminare, osservare la natura e i suoi cicli, intessere relazioni amicali, percorrere strade con antichi ciottoli e immaginarsi la vita in casa rurale, scandita dalle stagioni, dai ritmi lenti, dal duro lavoro, dal riposo davanti al fuoco, dai suoni degli animali alla posta, dall’odore di terra, di fieno, di letame e di legna bruciata.

Last but not least, a risvegliare il gruppo da un po’ di stanchezza ci ha pensato l’esuberante Stefano, che ci attendeva ai margini della torbiera.

Stefano, un ingegnere che ha lasciato il suo lavoro attratto dal richiamo della sua terra, ha un progetto in via di realizzazione. Figlio e nipote di allevatori convenzionali, vede nel progetto “INVERSION” la possibilità di rompere uno schema di allevamento intensivo, portando innovazioni che riguardano il benessere animale, il pascolo turnato, produzioni alternative ai soliti cereali, mais e soia, e una valorizzazione del suo territorio ricco di storia; la sua azienda, infatti, confina con l’area protetta della torbiera, un biotopo che è anche un sito archeologico preistorico, importantissimo per il Trentino.

Ci ha condotti prima a un campo seminato a mais e ci ha spiegato le lavorazioni che sta facendo.

Stefano ha tagliato un po’ di piante in modo da fare una piazzola che ci ha accolto tutti ed eravamo immersi nella piantagione di mais. Mentre Marzia spiegava il tipo di semina anche il Prof Caporali dava il suo contributo da massimo esperto nell’ esporre nel suo modo semplice e chiaro, cosa era successo durante questa crescita.

I presenti hanno partecipato con curiosità ed entusiasmo. Il mais è la coltura che domina e ormai caratterizza nella bella stagione il paesaggio della valle. Alla sua coltivazione sono legate tematiche di sostenibilità ambientale, oltre che di estetica, che coinvolgono la cittadinanza molto da vicino. Marzia ha illustrato la sperimentazione che mira all’introduzione graduale di tecniche di riduzione degli input chimici: fertilizzanti di sintesi (in particolare azoto) e diserbanti. Si parte da una gestione più razionale delle fertilizzazioni, con lo scopo finale di eliminare l’uso dei fertilizzanti chimici, fino ad un modello di gestione agroecologica nel quale gli input chimici vengono sostituiti attraverso l’uso della biodiversità. Le alternative di riduzione e di sostituzione degli input sono messe a confronto con il sistema convenzionale in una sperimentazione di peno campo che i partecipanti hanno potuto apprezzare grazie alle spiegazioni della Dott.ssa Marzia Ranaldo e del Prof. Caporali.

Poi Stefano ha illustrato il suo progetto di allevare bovini da carne grass-fed (ingrassati al pascolo) e il recinto che ha costruito per loro.

È incredibile come ogni azienda ha messo un tassello diverso per comporre un obiettivo comune che è lo sviluppo dell’agroecologia.

Siamo partiti dal foraggio di Oscar per passare al pascolo turnato di Moira, alla malga di Leonardo e Barbara con fattoria didattica e all’allevamento di bovini Highlands, alpaca, lama e cani da slitta con recupero delle malghe abbandonate.

Una biodiversità di idee e di azioni tutte tese alla conservazione e tutela del territorio. Un bel materiale per riflettere, discutere e fare rete. Ma ormai sta per fare quasi buio ed è ora di lasciarci. Un po’ a malincuore si resta ancora lì a chiacchierare


La fine dell’incontro presso l’azienda agricola Cargos

Un ringraziamento va anche all’accompagnatore di territorio Rocco e a Carmela, volontaria dell’Associazione Ecomuseo della Judicaria, che hanno verificato il percorso e che ci hanno condotto lungo sentieri e strade in modo sicuro contribuendo a una impeccabile organizzazione dell’evento.

 

CONCLUSIONE

“Da sempre camminare ha avuto a che fare col pensare e con le domande fondamentali che sono alla base della filosofia: chi siamo, dove siamo, dove siamo diretti; poiché esprime come poche altre esperienze questa apertura al mondo e a sé stessi. “

La strada da percorrere è l’Agroecologia. Il progetto ha inizio.

 

Autrice dell’articolo Carla De Benedictis Medica Veterinaria (Roma), collaboratrice del sito www.ecoallevamento.it

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