MITIGAZIONE AI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Cover crops e catch crops

Alcune specie erbacee (appartenenti alle famiglie delle leguminose, delle graminacee e delle crucifere) possono essere coltivate come intercalari (tra due colture principali in avvicendamento) al fine di conservare o aumentare la fertilità del terreno agrario. Il loro ruolo principale è quello di apportare sostanza organica al sistema attraverso il sequestro della CO2 e dei nutrienti presenti nel terreno.

La quantità e la permanenza dei residui colturali delle “cover crops” dipendono dal tipo di gestione tecnica dell’avvicendamento soprattutto per quel che riguarda la scelta dell’epoca di disseccamento della copertura vegetale. Questa tecnica può offrire diversi vantaggi: dall’ incremento del contenuto in sostanza organica del terreno, al controllo della flora infestante, alla migliore ciclizzazione dei nutrienti (acqua e minerali), al risparmio economico per l’uso di diserbanti. Il frumento tenero (Triticum aestivum L.), la segale (Secale cereale L.), l’avena (Avena sativa L.) ed il trifoglio sotterraneo (Trifolium subterraneum L.) sono tra le specie che hanno tratto maggiore beneficio.

Alcune culture di copertura sono vengono dette “trappola” dei nitrati (“catch crops”) sono finalizzate ad evitare le perdite di azoto minerale tramite le acque lisciviate.

In questo caso l’azione delle colture di copertura si svolge sostanzialmente secondo due vie: una diretta e l’altra indiretta. La prima consiste nell’asportazione dei nitrati da parte dell’apparato radicale e nella loro successiva organicazione; quella indiretta, nella riduzione della quantità di acqua presente nel terreno a seguito a maggiore traspirazione.

L’abilità delle diverse specie nell’intercettare i nitrati dipende dal loro ritmo d’accrescimento durante l’inverno (e quindi dalla quantità di sostanza secca prodotta) e dal grado di colonizzazione del suolo da parte delle radici. Le specie che verranno utilizzate saranno consumatrici di azoto (con esclusione quindi delle leguminose) e non dovranno creare problemi fitosanitari o di infestazione nella cultura che seguirà. Le specie migliori sotto quest’aspetto appartengono principalmente alle famiglie delle graminacee e delle crucifere come la segale (Secale cereale L.), l’orzo (Hordeum vulgare L.) e l’avena (Avena sativa L.).  Fattore limitante è il tempo; infatti l’epoca di semina della coltura di copertura è fondamentale nell’influenzare la quantità di azoto effettivamente asportato perché condiziona il ritmo d’accrescimento e, quindi, la quantità di biomassa prodotta.

Leggi gli ultimi articoli dal blog: