Favorire la biodiversità a livello genetico, di specie e nello spazio

Allevamento di razze rustiche e autoctone

L’allevamento intensivo è basato sull’impiego di razze bovine selezionate; per la produzione di latte la più diffusa è la Frisona caratterizzata da un grande sviluppo della mammella a scapito delle masse muscolari del treno posteriore, da un metabolismo basale spinto che consente di ottenere alti livelli produttivi, da scarsa longevità dovuta all’alta incidenza di patologie causata delle condizioni di allevamento unite ad una scarsa resistenza alle malattie della razza stessa.

Infatti, la selezione spinta per un carattere come quello dell’elevata produzione porta alla diminuzione della diversità del corredo genetico e al diminuire della capacità di adattamento all’ambiente, chiamata“rusticità”.

Le razze rustiche sono caratterizzate da ottime capacità pascolative, resistenza alle malattie e longevità, buona struttura dei piedi che consente gli spostamenti in montagna.  Sono inoltre caratterizzate da una minore specializzazione produttiva; la maggior parte sono infatti a duplice attitudine: da latte e da carne.

In Trentino troviamo due razze rustiche: la Rendena e la Grigio Alpina, che fanno parte delle 11 razze che aderiscono alla Federazione Europea delle razze del Sistema Alpino.

La razza Rendena particolarmente adatta per lo sfruttamento dei pascoli, anche i più difficili, è longeva e ha buona fertilità.

La Grigio Alpina garantisce ottime produzioni di latte e di carne, possiede un apparato locomotorio corretto con unghioni forti. Ha capacità di pascolamento, fertilità e facilità al parto ed è capace di convertire in modo efficiente foraggi anche grossolani.

Le razze rustiche e autoctone sono di fondamentale importanza per l’impostazione agroecologica in quanto hanno un’ottima utilizzazione dei foraggi (erba, fieno) e quindi permettono un aumento del rapporto foraggi/concentrati, indicatore fondamentale di sostenibilità.

Esse sono inoltre adattate ai territori montani e longeve, e quindi sono l’ideale per l’impostazione di sistemi agricoli basati su risorse locali e durevoli.

Non avendo una genetica improntata su forti spinte produttive, esse hanno un metabolismo equilibrato, quindi sono naturalmente più resistenti alle malattie e quindi comportano un minore utilizzo di farmaci veterinari, che hanno impatto ambientale e sulla salute pubblica.

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